Intervento del nostro presidente Nicola Labianca al laboratorio sulla dispersione formativa del 18 novembre

22 Novembre 2022

Allons Enfants è stata invitata lo scorso 18 novembre a un laboratorio  a cura di AIIG ( associazione italiana insegnanti di geografia, sezione Lombardia) e INAPP ( istituto Nazionale analisi delle politiche pubbliche) moderato dal Prof. Dino Gavielli, presidente della scuola di mediazione linguistica e culturale Statale di Milano. Argomento: la dispersione formativa di minori con background migratorio.

Nicola Labianca, presidente della nostra associazione, ha partecipato ed è intervenuto raccontando come contrastiamo il fenomeno:

Allons Enfants! nasce con lo scopo di contrastare abbandono scolastico e povertà educativa in un contesto come quello del Quartiere Molise Calvairate, una periferia con situazioni sociali borderline e integrazioni culturali complesse e conflittuali.

Da quasi 10 anni ci occupiamo di povertà educativa, nel fenomeno emerge il rischio di abbandono scolastico, anche precoce. Contrastiamo questo con azioni ben precise e possiamo affermare che i minori seguiti in tutto questo tempo sono stati salvati dall’inciampo di questo pericolo. Il nostro obiettivo è motivare allo studio e all’apprendimento, per garantire la piena attuazione del diritto all’istruzione, come sancito dalla Convenzione Onu sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

Come facciamo? In parole povere, potremmo dire che non molliamo la presa. Accogliamo bambini dalla seconda elementare e li portiamo sino alla terza media orientandoli anche per il ciclo di studi successivo, tenendo ben presente quali siano i desideri e i limiti oggettivi di ognuno (si tenga presente che ogni minore è inviato da UONPIA = Unità Operativa Neuropsichiatria Psicologia Infanzia Adolescenza del Policlinico, certificato per DSA =Disturbi Specifici dell’Apprendimento o per BES = Bisogni Educativi Speciali).

I nostri volontari seguono formazioni mirate a dare strumenti per sostenere le difficoltà scolastiche, seguono individualmente ogni bambino, in più siamo in rete con la scuola, con i servizi territoriali, oltre a Uonpia. Aiutiamo le famiglie nelle relazioni con questi servizi, infatti va considerato che la maggior parte delle famiglie arriva dal nord Africa e dalla Cina e che le mamme parlano poco l’italiano, ragione per cui, purtroppo, spesso sono disorientate e bisogna accompagnarle a parlare con i docenti o con altre figure che fanno parte del contesto in cui cresce la/il figlia/o.

Secondo noi il nodo dell’abbandono scolastico è effetto di disagio che si intreccia con mancanza di figure di riferimento non giudicanti. Solo una situazione di assoluta armonia favorisce il miglioramento scolastico, perché dare fiducia, premiare piccoli successi, progressi, sforzi costruisce la stima di sé in ogni bambina/o.

Mi spiego: noi lavoriamo su ogni minore per creare una relazione positiva e fra adulto e bambino: non facciamo ripetizioni, ma sosteniamo fragilità. Ci affidiamo a psicologi (abbiamo attivato un progetto con Jonas, associazione di psicoterapeuti che fa capo a Massimo Recalcati) quando la domanda del minore trascende il solo supporto nell’apprendimento, quando caratteristiche, atteggiamenti o esigenze particolari del bambino rendono più complesso l’instaurarsi di una relazione d’aiuto. Intorno a ogni bambino c’è un contesto di difficoltà e non possiamo sottrarci alla costante supervisione del nostro stesso operato per intercettare i disagi con capacità di lettura e risposta. Quindi ascolto e accoglienza del disagio sono al primo posto dei nostri interventi da cui discende la didattica.

Chiudo dicendovi che durante il primo, durissimo lockdown dato dal Covid non abbiamo mollato la presa perché proprio quel momento di massimo disagio poteva essere il preludio dell’addio ai banchi di scuola… i primi tempi ci collegavamo con Whatsapp e i compiti si facevano così, poi ci siamo attrezzati con una campagna di raccolta fondi, siamo riusciti a comprare tablet per tutti, alla prima apertura abbiamo organizzato un corso di alfabetizzazione digitale perché tutti imparassero a usare il dispositivo. Ce l’abbiamo messa tutta, nel nostro piccolo, perché nessuno restasse indietro con la Dad nel lockdown successivo. E, malgrado i problemi di connessione domestica, i minori si sono sempre collegati dandoci modo anche di entrare in punta di piedi, da remoto, nel loro contesto familiare e di avere la conferma che le loro case sono piccole, che fanno i compiti mentre i fratelli più piccoli litigano e la mamma cucina, insomma si capisce bene lo stato delle cose, la povertà educativa si è palesata potentemente ai nostri occhi… niente cameretta per collegarsi in Dad, niente cameretta, niente scrivania …